Descrizione dell’itinerario
Il punto di incontro è la chiesa dell’ Annunziata alle ore 10.30 (con partenza alle 10.45), nei pressi dell’area di accesso al borgo di Brancaleone Vecchio, un antico insediamento abbandonato situato su un promontorio panoramico che domina la costa ionica.
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Il percorso si sviluppa tra vecchi sentieri e mulattiere, attraversando una vegetazione tipica della macchia mediterranea. Dopo un tratto iniziale di leggera salita, si raggiungono i ruderi del borgo medievale, dove è possibile ammirare le antiche abitazioni scavate nella roccia e una vista mozzafiato sul Mar Ionio. Il cammino prosegue attraverso un tratto collinare che offre scorci suggestivi sul paesaggio calabrese. Dopo aver visitato alcune antiche tombe lungo il percorso, arriveremo ad un vecchio rifugio con area di sosta attrezzata per consumare il nostro pranzo al sacco, non prima di aver ammirato, non lontano, una antica e suggestiva fontana.
📍 Località: Brancaleone Vecchio, Calabria
📅 Data: Domenica 23 Marzo
🥾 Difficoltà: E (Escursionistica)
📏 Distanza: 7 km
⛰️ Dislivello: 189 m
🔝 Quota massima: 325 m
🔻 Quota minima: 236 m
⏳ Durata prevista: 2h 30min (soste escluse)
Pranzo a sacco – Acqua (e vino): venire muniti
Iscrizioni: LINK in calce entro Sabato 22 Marzo – Ore 12
Brancaleone Vecchio: storia, origini e attrattive
Brancaleone Vecchio è un suggestivo borgo fantasma situato su una rupe a circa 300 metri di altitudine, affacciato sulla costa ionica della Calabria meridionale. Questo antico insediamento, oggi abbandonato, è ricco di storia e fascino, offrendo ai visitatori un’esperienza unica tra natura, archeologia e paesaggi mozzafiato.
Le origini del borgo risalgono all’epoca medievale, probabilmente intorno all’XI-XII secolo, quando la popolazione iniziò a insediarsi sulla rupe per sfuggire alle incursioni dei pirati saraceni che devastavano le coste calabresi. Il sito era strategicamente posizionato per controllare il territorio e difendersi dagli attacchi, sfruttando la conformazione naturale del promontorio.
Brancaleone Vecchio ha vissuto il suo massimo splendore tra il XVI e il XVIII secolo, periodo in cui era un centro agricolo e pastorale fiorente. Tuttavia, nel XX secolo, il progressivo spopolamento, accentuato dai terremoti e dalle difficili condizioni di vita, portò all’abbandono definitivo del borgo negli anni ’50, con il trasferimento della popolazione nel nuovo centro di Brancaleone Marina, più a valle e più vicino alla costa.
Oggi, il borgo è un luogo affascinante e ricco di suggestione, dove il tempo sembra essersi fermato e dove si possono ancora percepire le tracce della vita di un tempo.
La Chiesa-Grotta dell’Albero della Vita a Brancaleone Vecchio
Uno dei luoghi più affascinanti e misteriosi di Brancaleone Vecchio è la cosiddetta Chiesa-Grotta dell’Albero della Vita, un antico luogo di culto scavato nella roccia, ricco di simbolismo e avvolto da un’aura di sacralità e mistero.
Questa chiesa rupestre è probabilmente di origine bizantina, risalente a un periodo compreso tra il VI e il IX secolo d.C., quando la Calabria faceva parte del tema di Sicilia, sotto il dominio dell’Impero Romano d’Oriente. Durante questo periodo, la regione divenne un rifugio per monaci italo-greci (basiliani) in fuga dalle persecuzioni iconoclaste avvenute in Oriente.
Come molte altre grotte-chiese presenti nel territorio della Calabria grecanica, anche questa venne utilizzata come luogo di preghiera e ritiro spirituale. Il sito era particolarmente adatto alla vita ascetica, grazie alla sua posizione isolata e alla presenza di cavità naturali facilmente adattabili a rifugi e luoghi di culto. Nonostante il deterioramento del tempo, sono ancora visibili tracce di decorazioni pittoriche e incisioni sulla parete della grotta, testimoniando l’importanza del sito per le comunità monastiche del passato.
Significato spirituale e culturale
Oltre al valore storico e archeologico, la Chiesa-Grotta dell’Albero della Vita è considerata un luogo di grande spiritualità. Il simbolismo dell’albero richiama le radici cristiane della Calabria e la tradizione mistica dei monaci basiliani, che nel silenzio delle grotte trovavano un luogo ideale per la contemplazione e la preghiera.