A Catanzaro, una giovane azienda integra agricoltura rigenerativa e una cultura secolare. Unendo passione e innovazione, si rigenera anche il territorio.
Non è solo un filo, per quanto pregiato come è la seta. È stata innanzitutto una sfida: tornare in Calabria e fare impresa, ripartendo dalla terra. Miriam Pugliese, Domenico Vivino e Giovanna Bagnato, originari di San Floro, in provincia di Catanzaro, hanno girato l’Europa, peregrinato per l’Italia, preso lauree e specializzazioni (turismo, arte, sociologia dei consumi), per poi rientrare in Calabria con un’idea. Ricostruire la filiera della seta, in un territorio che già nel ‘400 coltivava gelsi, allevava bachi di razza indigena e produceva filati e tessuti lavorati al telaio, per abiti, paramenti e damaschi.
I tre giovani imprenditori hanno rifatto esattamente lo stesso percorso: sono partiti da un gelseto in un terreno di famiglia, 5 ettari e tremila alberi, hanno reintrodotto i bachi da seta, li hanno allevati e dipanati. Il risultato, ottenuto praticando anche tecniche non convenzionali apprese da filatori thailandesi, indiani, messicani, e utilizzando macchinari innovativi, è stato sorprendente: «Un filo omogeneo, continuo, sottile come un capello, che ha attirato l’industria del lusso», spiega Miriam Pugliese.
Così, la divisione Equilibrium della maison Gucci, impegnata nel cambiamento del pianeta, ha bussato alle porte di Nido di seta, la cooperativa agricola dei sericoltori di San Floro. È partita una fitta collaborazione e qualche settimana fa l’annuncio: «Nido di Seta sta sviluppando una filiera di allevamento della seta che consentirà a Gucci di produrre le sue prime sciarpe con fili di seta provenienti da pratiche agricole biologiche locali». Un’iniziativa che si articola sul territorio: «Gucci sarà anche in grado di seguire l’espansione degli agricoltori coinvolti, promuovendo la produzione rigenerativa della seta e riportando in vita la filiera della seta abbandonata nella regione». Con ricadute positive sull’ambiente: «La piantumazione degli alberi di gelso migliora le condizioni del suolo e aumenta la sua capacità di immagazzinare carbonio dall’atmosfera».Un exploit inaspettato per Nido di seta, che in pochi anni è diventata un punto di riferimento per chi lavora nel settore, con un museo e un’Academy frequentata da sericoltori di tutto il mondo: nel 2023 sarà varato un progetto pilota per rilanciare in Italia la bachicoltura. E la Calabria potrebbe diventare territorio d’elezione.
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Un ottimo esempio di imprenditoria giovanile.